PREMIO CITTÀ DI IMOLA PROIEZIONE DEL FILM SOLO DI CORDATA DI DAVIDE RIVA

Giovedì 20 ottobre alle ore 21.00 presso la Sala Sersanti verrà presentato il nuovo film vincitore del Premio Imola 2016, “Solo di cordata” di Davide Riva.

Il Premio va al miglior film italiano del Film Festival di Trento.
La serata è organizzata in collaborazione con il Cai e il Comune di Imola.

La giuria del Premio, presieduta da Reinhold Messner e composta da Roberto De Martin (presidente del TrentoFilmFestival), Valter Galavotti, Roberto Paoletti, Giuseppe Savini e Mauro Bartoli, ha deciso all’unanimità di premiare il film “SOLO DI CORDATA” del regista Davide Riva, che ha come protagonista Renato Casarotto, grande arrampicatore vicentino, e che ripercorre le sue più famose imprese alpinistiche grazie a preziosi materiali di repertorio e alla voce dei suoi amici più intimi e compagni di cordata. Un fedele ritratto filmico del fortissimo scalatore solitario che racconta, con pensieri e voce dello stesso Casarotto, la ricerca umana celata dietro l’esigenza dell’azione alpinistica immersa nella natura più selvaggia. Una raccolta di immagini e pensieri sconosciuti che gettano luce sulla complessità umana e sull’eclettismo di un uomo che, con la sua volontà e tecnica d’ascesa, ha compiuto imprese straordinarie molte delle quali ancora oggi insuperate e mai ripetute.
SOLO DI CORDATA
regia Davide Riva 2015, Italia, 84 min.
MOTIVAZIONE DELLA GIURIA
“Se l’arrampicata è atto d’amore verso la natura e la vita, essa deve inserirsi completamente nella lunga storia di contemplazione, di sogno e d’azione di chi è salito prima, affascinato dalla parete e trasportato dall’avventura. Se è soltanto atto di orgoglio, nulla resterà della sua traccia”. La frase di Renato Casarotto, che apre il documentario di Davide Riva, racchiude in poche righe il senso più profondo dell’avventurosa biografia del grande alpinista vicentino scomparso sul K2 nel 1986. Con un sapiente mix di immagini mozzafiato , filmati super 8 girati dallo stesso Casarotto, scritti inediti messi a disposizione dalla moglie Goretta, interviste agli amici più fidati, il regista ci offre la possibilità di ricostruire, in modo esauriente e convincente, una visione alta e nobile dell’alpinismo, considerato non come fine ma come mezzo per conoscere la parte più profonda dell’animo umano. Quella che emerge dal documentario non è solo la figura di un grande alpinista, passato alla storia per le sue impegnative solitarie invernali sulle Dolomiti, ma piuttosto per la personalità ricca e complessa di un uomo che considera l’alpinismo una via affascinante e privilegiata per esplorare la propria interiorità ed arrivare alle grandi risposte della vita. “Sono credente per educazione e per abitudine” afferma Casarotto “ma ho sentito la presenza di Dio più in parete che in chiesa”. Questo è lo spirito con cui uno dei “più puri e meno celebrati alpinisti di ogni epoca” si è avvicinato alle splendide montagne evocate dal bel documentario di Riva. E così vogliamo ricordarlo.

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